Cosa è il Reverse Charge?
Il Reverse Charge è un particolare metodo contabile per gestire l’IVA nei casi in cui non è prevista.
In quali casi viene utilizzato? Quando riceviamo:
- Fatture intra comunitarie (senza IVA)
- Fatture italiane dove è presente solo la dicitura “reverse” e non il conteggio IVA
Lo stato per motivi contabili vuole avere traccia dell’IVA richiede che le informazioni tale informazione venga comunicata anche sullo SDI.
Come viene calcolata la quota IVA da pagare allo stato?
Viene calcolata come credito sulle fatture di acquisto e come debito sulle fatture di vendita.
La differenza tra il debito ed il credito determina l’importo IVA che l’azienda dovrà corrispondere allo Stato.
Come è possibile registrare l’IVA su fatture senza IVA senza alterare i totali?
Riepilogando, quando riceviamo una fattura senza IVA dobbiamo contabilizzarla in qualche modo, la fattura di acquisto dovrà essere registrata, viene aggiunta l’IVA con il codice specifico (di solito ha una dicitura con riportato “art 17” e normalmente aliquota al 22%).
A questo punto abbiamo rilevato l’IVA a credito, abbiamo però generato altri 2 problemi contabili:
- è necessario portare il debito IVA a zero
- nel calcolo del debito verso il fornitore risulta la quota IVA anche se non la dobbiamo pagare.
Per avere IVA a debito dobbiamo emettere una fattura di vendita.
Questa fattura dovrà essere intestata al fornitore stesso (nel gestionale dovrà quindi essere inserito anche come cliente), a questo punto abbiamo risolto contabilmente il problema dell’IVA.
Quando effettuiamo una vendita dovremmo però avere dei ricavi, ma è evidente che in questo caso non si tratta di una vera fattura di vendita, è un artificio contabile per “azzerare” la quota IVA.
Perché non risultino ricavi viene utilizzato un giroconto.
Abbiamo però generato altri 2 problemi contabili:
- abbiamo un conto “giroconto” valorizzato che dovrebbe essere zero (i giroconti servono per bilanciare il dare/avere temporaneamente in alcune registrazioni ma poi devono sempre finire a zero)
- abbiamo aperto un credito verso un cliente “fittizio” (di norma dovrebbe arrivare il pagamento per chiudere il debito)
Per risolvere questi due aspetti e togliere l’IVA dal debito verso il fornitore viene creato un altro movimento che per consuetudine viene chiamato giroconto.
ATTENZIONE! Non confondere la causale contabile “giroconto” con il sottoconto “giroconto”.
A questo punto andremo ad azzerare il credito verso il cliente, chiudere il giroconto (ricavo fittizio) e chiudere parte del debito verso il cliente.